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L’organizzazione

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Nell’ambiente di lavoro contemporaneo, c’è la tendenza a definire team ogni gruppo di persone che lavori insieme in ogni tipo di situazione. I team sono “in”, c’è un fattore “benessere” associato inconsciamente ad essi e la tendenza conseguente a etichettare come team qualsiasi gruppo di persone.


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La pandemia COVID-19 ha accelerato la velocità e la complessità del cambiamento e ha sconvolto il modo in cui lavoriamo, impariamo e viviamo. Crisi come questa richiedono ai leader di sviluppare nuove competenze per essere efficaci e continuare a guidare la propria organizzazione e la propria comunità.


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Altro che “VUCA”!! Se Internet, la globalizzazione, il cambiamento climatico, la guerra per i talenti e la generazione dei millennial non avessero fatto abbastanza per contribuire a un mondo complesso, è arrivato il 2020. L’anno scorso ci ha portato una pandemia globale, devastazione economica e isolamento sociale forzato, la Brexit,  un po’ di disordini politici e sociali e il quadro è completo; “VUCA” difficilmente rende giustizia alla nostra recente esperienza. Tutti noi siamo stati messi alla prova, ma soprattutto lo sono stati i leader.


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Immagina di aver riunito le persone più brillanti del tuo dipartimento per risolvere un problema. Hai grandi speranze su questo gruppo, quindi ti senti frustrato quando le persone non riescono a prendere una decisione.

Possono essere tanti i fattori frenanti.


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C’è un che di affascinante nelle relazioni di persone semplici, come le popolazioni pigmee, con la natura e le foreste in cui vivono. L’intensità con cui vivono e la gioia che provano nonostante le avversità, i problemi e le tragedie meritano uno studio.

La loro saggezza e naturale bontà d’animo che esprimono nei rapporti interpersonali può contenere lezioni per la società industriale? La loro bravura nell’operare in team, può insegnare qualcosa sul funzionamento dei piccoli gruppi sul posto di lavoro?


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Il mondo degli affari è cambiato in modo drammatico negli ultimi decenni e ancora più velocemente negli ultimi mesi e ormai viviamo una società iper-connessa in cui i cambiamenti possono essere frenetici, incessanti e imprevedibili.


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In un libro di recente pubblicazione, “Plant Revolution”, Stefano Mancuso, scienziato e neurobiologo, sfata il luogo comune secondo cui le piante sarebbero degli esseri viventi semplici e senza una particolare intelligenza. In realtà, a differenza di quanto si possa pensare, le piante sono l’esempio di intelligenza adattiva più brillante, se non il migliore esempio a cui ispirarsi sulla Terra per trovare delle soluzioni per la maggior parte dei problemi che affliggono l’umanità come l’inquinamento, la penuria di risorse, i rischi che derivano dai fenomeni atmosferici e la possibilità si sopravvivere a un attacco: “Le piante consumano pochissima energia, hanno un’architettura modulare, un’intelligenza distribuita e nessun centro di comando”.