Una delle domande più temute in un colloquio di lavoro è “Mi parli di una volta in cui ha fallito”. È seconda solo alle generiche “Mi parli di lei” e “Perché vuole lavorare qui”.
Autore: Barbara Badiali
Il report si apre con la ripresa di una dichiarazione di Indermit Gill, economista della World Bank che afferma che la crescita economica a livello mondiale sta rallentando. Cosa si può dunque fare? La risposta di Gallup è “cambiare il modo in cui vengono gestite le persone”.
Filippo si è appena trasferito in un nuovo ufficio. Sfortunatamente, non è uno spazio confortevole: le luci sono troppo soffuse, l’aria è fredda ed è regolarmente distratto dalle conversazioni rumorose dei suoi colleghi. Il nuovo ufficio è molto più lontano da casa e spesso arriva sentendosi già stanco, stressato e irritabile.
Nel corso della carriera, è molto probabile trovarsi a tenere numerose presentazioni. Sono un mezzo per trasmettere conoscenze, per vendere idee, prodotti e servizi e creare visibilità. Però tanti di noi hanno paura di fare presentazioni. Lasciamo che spesso che la paura oscuri il fatto che sono buone opportunità per impressionare il nostro capo, i nostri colleghi e i nostri clienti con le nostre conoscenze e competenze.
Tutti noi, ad un certo punto della nostra carriera professionale, abbiamo gestito un piccolo progetto. Potrebbe essersi trattato di una proposta per un nuovo prodotto o servizio, il cambiamento di un processo aziendale o riorganizzato l’archiviazione delle informazioni per la tua azienda.
La maggior parte di noi ha sperimentato l’effetto passante. Qualcuno molesta uno sconosciuto sul treno ma le altre persone presenti non intervengono. Oppure una persona cade in un affollato centro cittadino, ma nessuno lo aiuta. Gli psicologi chiamano questo fenomeno “effetto spettatore”. E non accade solo in pubblico, ma succede spesso anche sul posto di lavoro.
Potrebbe sembrare strano impiegare del tempo per approfondire la gestione del tempo, soprattutto se pensi che non ci siano abbastanza ore al giorno. La buona notizia è che è possibile fare una grande differenza usando alcune semplici tecniche di gestione del tempo, per essere più produttivi ed efficienti e probabilmente sentirsi molto meno stressati.
L’analisi SWOT è uno strumento classico che le organizzazioni utilizzano per analizzare la loro posizione strategica.
Incoraggia le aziende a esaminare i fattori esterni e interni che influenzano le prestazioni aziendali, identificare le loro migliori possibilità di successo (punti di forza e opportunità) e cosa dovrebbero fare attenzione lungo il percorso (punti deboli e minacce).
I ruoli emotivamente impegnativi sono più comuni di quanto si possa pensare e, se copri un ruolo di questo tipo, potresti aver riscontrato alcuni di questi problemi: sentirsi vuoti, emotivamente svuotati e disimpegnati dal lavoro, avere poca energia emotiva nel privato, sentirsi esausti…. Non solo questi tipi di ruoli sono impegnativi, ma possono minacciare la tua salute e il tuo benessere.
Alessandro ha 25 anni ed è un neoassunto entusiasta della tua azienda. Questa è la carriera che desiderava fin dai tempi del liceo e, ora che si è laureato ed è entrato a far parte del team, non vede l’ora di stupire i suoi nuovi colleghi con la sua ambizione e creatività.
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In questi mesi si parla moltissimo di Intelligenza Artificiale, chi a favore e chi per mettere in luce rischi e pericoli.
Quando è stata l’ultima volta che hai sorpreso qualcuno sul posto di lavoro? Hai inviato a qualcuno una nota di ringraziamento inaspettata o ti sei congratulato per il loro anniversario di lavoro sulla piattaforma di messaggistica della tua azienda?
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L’auto-motivazione è ciò che ci spinge a impegnarci a fondo per raggiungere un obiettivo o portare a termine un compito importante. Se quell’attività è qualcosa che ci piace fare o che ci entusiasma, può essere facile trovare la motivazione per farlo. Altre volte, potremmo aver bisogno di scavare un po’ più a fondo nelle nostre riserve di auto-motivazione per affrontare un compito indesiderabile o noioso.
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