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“La tirannia della valutazione”

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«Valutare vuol dire sempre più misurare tutto con lo stesso metro: il denaro, il capitale”.

“La tirannia della valutazione” è un libro scritto da Angelique del Rey e pubblicato nel 2018.

In un mondo spinto da cambiamenti di mercato e rivoluzioni industriali il lavoro diventa sempre più astratto e misurato quantitativamente e qualitativamente: questo porta alla nascita di forme di meritocrazia che risultano poi essere competitive non solo dal punto di vista economico, ma anche sociale.Le valutazioni sono qualcosa presente in ogni ambito della nostra vita, non solo lavorativa, ma anche educativa.
Del Rey, decide quindi di affrontare e spiegare in modo critico il problema, e le cause che  tutto questo può provocare nella mente delle persone.
L’economista Carlo Scognamiglio lo ha definito come :” Un libro intrigante, forte e capace di proporre una lettura chiara di questo fenomeno”.
Il filosofo Carmine Castoro ci dice della Del Rey che è :” Bravissima e inattaccabile nel dispiegare gli snodi cruciali, i dispositivi biopolitici che hanno portato a un vero e proprio smottamento antropologico: l’artefattualizzazione della vita, la de-sostanzializzazione degli individui visti solo come mobili differenze in un universo sempre più schiacciato sulla intrascendibilità degli interessi economici..”
Infine lo studioso Gioacchino Toni ci propone un vero e proprio riassunto del libro, ponendo particolare attenzione ad una frase significativa scritta dall’autrice: “ La valutazione, nel nostro mondo neoliberista, è divenuta un potente strumento di potere» .

Al link che segue si può leggere la prefazione: “La tirannia della valutazione