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Come fare buona impressione in un colloquio di lavoro

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Foto di Tim Gouw su Unsplash

Una delle domande più temute in un colloquio di lavoro è “Mi parli di una volta in cui ha fallito”. È seconda solo alle generiche “Mi parli di lei” e “Perché vuole lavorare qui”.

Mentre però queste ultime sono solo le classiche svogliate domande di un intervistatore poco motivato, la domanda sui fallimenti passati può rivelare importanti informazioni su maturità, resilienza, apertura mentale, capacità e diponibilità a ricevere critiche da parte del candidato. Tutte qualità queste che non compaiono in un curriculum e che difficilmente saranno citate dal candidato, se non a seguito di una sollecitazione.

Ma dal punto di vista del candidato, come rispondere ad una domanda così impegnativa? È il caso di citare il proprio errore più clamoroso o è meglio scegliere una situazione più “normale”?

L’istinto di autoconservazione ci spinge a nascondere i fallimenti più imbarazzanti, ed è l’atteggiamento corretto; ma al tempo stesso non dobbiamo rischiare di sembrare evasivi. Ecco dunque alcuni suggerimenti pratici su cosa dire (e cosa evitare di dire):

  • Dare maggiore attenzione a ciò che si è appreso dal fallimento, che non al fallimento in sé. Il selezionatore è senz’altro più interessato a valutare cosa avete imparato da una situazione critica, che non alla situazione di per sé. Per questo motivo cercate di mettere in luce come avete intuito che qualcosa non andava, come avete cercato di porre rimedio e quindi come avete trasformato il fallimento in un approccio produttivo. Invece di cercare veri e propri fallimenti, pensate a situazioni in cui avete deciso di cambiare approccio perché quello precedente non funzionava: la narrazione che adotterete permetterà di farlo passare come fallimento. Ad esempio, potete dire “Stavamo facendo una certa cosa, ma non funzionava e molti lo consideravano un fallimento, ma abbiamo colto l’opportunità per migliorare l’approccio e ci siamo resi conto che era meglio adottare un’altra tattica, che ci ha portato ad avere migliori risultati…

Quindi non date troppa enfasi al fallimento, ma piuttosto concentratevi sulla correzione e fate in modo di spiegare bene come siete passati dalla fase critica alla correzione dell’errore: nulla accade per caso!

  • Scegliete bene la situazione: quando qualcosa non è andato come previsto? Quando una strategia è stata inefficace? Quando un approccio ha mancato l’obiettivo? In tutti questi casi si tratta di errori “di calcolo”, che possono verificarsi frequentemente negli ambienti di lavoro, non hanno nulla di personale ed è più probabile che possano condurre ad un cambio di rotta di successo.
  • Non attirare troppa attenzione sul fallimento. La parola fallimento va citata una sola volta, solo per dimostrare che si sta rispondendo alla domanda, poi utilizzate parole neutre come “evento”, “situazione”, “risultato”. Evitate anche altre parole negative come “sbaglio” o “errore”
  • Meglio puntare su una situazione di team. Se un team ha prodotto un fallimento di squadra, questo potrebbe apparire più giustificabile e meno negativo di un fallimento individuale. Potrebbe anche avere l’effetto positivo di enfatizzare il vostro apporto al lavoro di squadra e il coinvolgimento nel team work. Usate sempre il “noi” piuttosto che “io”
  • Siate brevi. La storia del fallimento non deve rubare tempo al proseguo dell’intervista; citate il contesto, la decisione che ha portato al miglioramento e il risultato ottenuto. Stop! Pronti per la domanda successiva
  • Non mettetevi in posizione di difesa. Molti candidati, dopo aver presentato il fallimento, cercano di limitare l’impatto negativo, minimizzando o cercando di razionalizzarlo. Evitate di farlo e ricordate che l’approccio migliore è imparare, correggere, migliorare. Focalizzate la vostra attenzione – e quella dell’intervistatore – sulla vostra propensione al miglioramento e in questo modo il fallimento finirà sullo sfondo.
  • Fate attenzione alle parole usate. Per sottolineare l’apprendimento usate parole come “imparato”, “raccolto”, “esperienza acquisita”, “capito”, realizzato”; altre parole positive da usare sono “superato”, “migliorato”, “corretto”.

 

In conclusione, ricordate di mettere in luce la vostra resilienza e la vostra attenzione al miglioramento e alla crescita personale, per fare in modo che chi vi intervista si ricordi di come avete avuto successo e non del vostro fallimento.