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Un leader che tenta di annullare i commenti che seguono ad una riunione potrebbe essere paragonato a un allenatore che cerca di impedire ai tifosi di esprimere opinioni, ironizzare o gioire dopo una partita importante. La dura verità è che si vinca o si perda, ci saranno speculazioni, opinioni e domande post-incontro.  Ma i manager possono ridurre al minimo i danni e il caos che può nascere nel post meeting e influenzare positivamente i dialoghi in corso nel gruppo su iniziative, prestazioni e clima di lavoro.

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Dopo la pandemia del 2020, il lavoro ibrido è ormai un punto consolidato per molte organizzazioni: la flessibilità di combinare lavoro remoto e in ufficio e di dare ai dipendenti la libertà di scegliere dove, quando e come lavorare è senz’altro un plus riconosciuto da tutti.

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Avere dei leader empatici non è sufficiente quando i sistemi, i processi e le decisioni di un’organizzazione trasmettono una mancanza di attenzione verso i dipendenti. Ecco quattro strategie per risolvere il problema.

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Misurare e migliorare le prestazioni sono due obiettivi separati che si ottengono meglio attraverso due processi distinti. Il performance management fa parte del panorama aziendale da così tanto tempo che molte aziende hanno perso di vista i risultati che si aspettano di ottenere attraverso questo processo.

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In un mondo dinamico e interconnesso, la leadership si sta evolvendo oltre i modelli tradizionali. E la leadership inclusiva è emersa come un approccio potente che non solo riconosce la diversità ma cerca di sfruttarla per il successo organizzativo.

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Da sempre, è molto difficile quantificare il successo di eventi, presentazioni e discorsi. Sappiamo da tempo che la parola è un potente strumento di influenza e azione, ma come si misura questo potere?

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Ogni persona in un team è unica e sono tutte motivate da fattori diversi. Tuttavia, è probabile che ci siano alcuni fattori comuni che motivano tutti. E, una volta scoperti questi fonti principali di motivazione, è possibile concentrarsi su essi per tirare fuori il meglio da sé stessi e dagli altri.

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I leader di successo sanno che devono sviluppare le proprie capacità di leadership in continuazione per poter gestire situazioni sempre più difficili. Tuttavia, alcuni leader, arrivati ad un certo punto della loro carriera, smettono di apprendere, il che significa che la loro progressione di carriera può essere messa in pericolo.

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Ultimamente, sembra che la “resilienza” sia diventata la risposta universale, che va bene quasi per  tutto. Hai difficoltà a causa di un ambiente tossico? Basta essere resilienti. Hai difficoltà a seguire i tuoi figli a casa mentre lavori 50 ore settimanali durante una pandemia globale? Prova con un po’ di resilienza!

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Lo sviluppo professionale continuo (CPD) è un processo attraverso il quale le organizzazioni possono garantire lo sviluppo e il miglioramento continui delle capacità e delle competenze professionali di ogni singolo dipendente. Questo articolo esamina cosa comporta lo sviluppo professionale continuo, perché è importante e i vantaggi che può portare ai dipendenti e all’organizzazione nel suo complesso.

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È tempo di guardare alla managerialità attraverso una nuova lente, adattata ad un tipo di lavoro basato su conoscenze complesse, molto diversificate  e alla gestione di lavoratori e team di talento. Si tratta di un approccio che potremmo definire “non gestionale” e che porta ad aumentare regolarmente la produttività, la qualità e il coinvolgimento nelle organizzazioni ad alte prestazioni.

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Oggi le aziende si trovano ad affrontare cambiamenti dirompenti, come i progressi nell’intelligenza artificiale (AI) e in altre tecnologie, il cambiamento dei comportamenti dei consumatori e altro ancora. Per prosperare in un mercato in continua evoluzione, è fondamentale che i leader siano pronti e preparati ad aiutare l’azienda ad affrontare il cambiamento in modo efficace. Dopotutto, la capacità di un’organizzazione di gestire il cambiamento è direttamente correlata alla sua leadership.

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Anche prima della pandemia, il 71% dei manager pensavano che le riunioni fossero costose e improduttive. Ma da quando il modello del lavoro a distanza o ibrido si è diffuso pesantemente in tutto il mondo, il numero  e la durata media delle riunioni sono cresciuti in modo esponenziale, per cercare di superare gli svantaggi della mancanza di contatti diretti. Si stima che oggi un “colletto bianco” passi circa l’85% del suo tempo in riunioni, spesso svolte a distanza, e numerosi studi dimostrano l’impatto negativo sul benessere psicologico, fisico e mentale della persona.