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Pubblichiamo qui di seguito una sintesi di alcuni articoli americani, mercato che storicamente ci precede con i trend in materia di formazione e sviluppo.

Le esperienze di formazione basate sulla tecnologia non sono nuove. Alcune delle prime esperienze di apprendimento sono iniziate con i simulatori di volo, come il Link Trainer della prima metà del 1900, per aiutare ad addestrare i piloti in un ambiente a basso rischio.

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Le righe che seguono sono state scritte da Carlotta Cento, giovane studentessa di Scienze e Tecniche Psicologiche presso l’Università degli Studi di Milano – Bicocca, che sta svolgendo presso di noi il suo stage curriculare. Le sue esperienze di vita in azienda sono ancora limitate, ma si è documentata e ci offre il suo punto di vista, senza dubbio interessante.

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La pandemia COVID-19 ha accelerato la velocità e la complessità del cambiamento e ha sconvolto il modo in cui lavoriamo, impariamo e viviamo. Crisi come questa richiedono ai leader di sviluppare nuove competenze per essere efficaci e continuare a guidare la propria organizzazione e la propria comunità.

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Altro che “VUCA”!! Se Internet, la globalizzazione, il cambiamento climatico, la guerra per i talenti e la generazione dei millennial non avessero fatto abbastanza per contribuire a un mondo complesso, è arrivato il 2020. L’anno scorso ci ha portato una pandemia globale, devastazione economica e isolamento sociale forzato, la Brexit,  un po’ di disordini politici e sociali e il quadro è completo; “VUCA” difficilmente rende giustizia alla nostra recente esperienza. Tutti noi siamo stati messi alla prova, ma soprattutto lo sono stati i leader.

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Le riunioni sono una parte della vita lavorativa che in quest’ultimo anno hanno preso un aspetto molto diverso. Dalle innumerevoli riunioni fiume per discutere nuove iniziative, fare brainstorming, ricevere feedback su un’idea o risolvere un problema, siamo passanti a riunioni lampo a distanza sugli stessi argomenti. Il contatto faccia a faccia o in virtuale è importante per stabilire buoni rapporti con i colleghi e per raccogliere input da una varietà di fonti. Ci sono però due problemi.

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Sappiamo tutti che l’esercizio fa bene.

Ma molti di noi non si rendono conto di quanto sia bello.

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Camminare è una delle cose più semplici e al tempo stesso strategiche che ognuno di noi possa fare per sé stesso.

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Immagina di aver riunito le persone più brillanti del tuo dipartimento per risolvere un problema. Hai grandi speranze su questo gruppo, quindi ti senti frustrato quando le persone non riescono a prendere una decisione.

Possono essere tanti i fattori frenanti.

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Come reagisci in caso di emergenza? Ti blocchi o scopri che la tua mente si svuota? Questo tipo di reazione non aiuterà te o il tuo team, ma possono essere ridotte al minimo o prevenute del tutto con la preparazione e la pianificazione.

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C’è stato un tempo, non molto lontano, prima dell’avvento di Internet, in cui la maggior parte dei leader lavorava tra le persone del proprio team, magari proprio in fondo al corridoio. Potevano incontrare in modo informale le persone alla macchina del caffè o in riunioni improvvisate e leggere il linguaggio del corpo e le espressioni facciali per valutare l’umore delle persone. E potevano vedere se i membri del loro team facevano tardi in ufficio o se perdevano tempo.

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Immagina di essere a capo di un progetto importante. La scadenza si avvicina, ma il lavoro subirà ritardi e il tuo capo vuole sapere perché. A te e al tuo team viene chiesto di spiegarvi e, prima che ve ne rendiate conto, inizia il “gioco dello scaricabarile”. La discussione gira in tondo mentre si cerca di capire chi è la colpa e perché.

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Quante volte al termine di un meeting virtuale con il team avete la sensazione che non sia andato del tutto bene, che se foste stati insieme in una stanza avreste raggiunto risultati migliori o la vostra presentazione sarebbe stata maggiormente incisiva?